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Centenario del PCd’I, una targa per ricordare Francesco Paolo Fusillo

Primo maggio all’insegna del ricordo e della lotta per la sezione Giuseppe di Vittorio del Partito Comunista Italiano. Nella giornata dedicata ai lavoratori la sezione locale intitolata a Giuseppe Di Vittorio ricorda Francesco Paolo Fusillo, soprannominato “U Russ”, ucciso dal fascismo nel 1926 a soli 23 anni attraverso una targa apposta sul lato dell’immobile che ha ospitato la sede del partito e dove oggi vi è l’omonima via, una traversa di via Cesare Battisti.

È il referente del PC di Bari Pierangelo Della Corte ad aprire il giro di interventi ricordando come oggi la politica, “tramite un esercizio di revisionismo storico, mette sullo stesso piano oppressori e oppressi di quel periodo”. Dice: “il fascismo è stato ed è il braccio armato del capitalismo. Oggi il fascismo si chiama Unione Europea, quella stessa UE che nel 2019 ha approvato una risoluzione ignobile che equipara il nazismo al comunismo con il voto favorevole delle destre e delle sinistre. Per questo ci tengo a sottolineare che l’antifascismo senza l’anticapitalismo è sempre elettoralismo di comodo tremendamente irrispettoso per chi ha dato la vita per un mondo migliore”.

Il componente della sezione locale Fabio Tralci invece si concentra sulle vittime del lavoro, quelle morti bianche che nell’ultimo triennio, secondo dati statistici, non riesce a diminuire. “Voglio essere vicino non solo mentalmente ma anche fisicamente alle 945mila persone in Italia che da febbraio 2020 a febbraio 2021 hanno perso il lavoro nonostante i ristori e il decreto blocca licenziamenti. Vorremmo gridare buon primo maggio insieme alle famiglie delle vittime del lavoro, sono 1270 quel del 2020, e anche per gli anni addietro. Sono gli effetti dei doppi turni massacranti, di scelte scellerate da parte dei datori di lavori che portano a errori di distrazione, di una mancata politica dell’inserimento nel mondo del lavoro dei giovani. Tutto questo avviene chiedendoci di baciare la terra perché almeno un lavoro ce l’abbiamo. Io oggi voglio dire che non riesco più a baciare questa terra perché quello che manca è una coscienza del lavoro. Noi vogliamo riunirci per creare coscienza, affinché l’operaio torni ad avere il potere nelle sue mani”.

È la voce di Francesco Alessandro Galassi a dar vita ai documenti che raccontano le motivazioni dell’arresto e gli ultimi momenti di vita di Francesco Paolo Fusillo, imprigionato nelle carceri di Trani e poi massacrato di botte fino alla morte per poi buttare il corpo in mare per non dare la soddisfazione a mamma Sisina di poter piangere su una tomba il proprio figlio. Il sacrificio di una vita dedicata a degli ideali e alla lealtà verso i propri compagni di partito che la storia deve necessariamente estromettere dall’oblio.

Voglio ringraziare la sezione del PCI sostanzialmente per due ragioni – dice il sindaco Domenico Nisi intervenuto alla cerimonia – la prima è perché da due anni ricordiamo la festa del 1 maggio ma sostanzialmente non la condividiamo, e poi perché avete tirato fuori dall’anonimato, e dai pochi che conoscono, la storia di vita di Francesco Paolo Fusillo che molti percorrendo questa strada non conoscono”. Infine una testimonianza è stata resa anche da Paolo Vinella riguardante la vicina città di Putignano. Un segno di come il fascismo abbia inciso in maniera determinante sulle vite dei giovani italiani degli anni ’20 in città come nei borghi.   

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